A volte oscurata dalle leggendarie Samarkand e Bukhara, Khiva è una città dal fascino discreto, ma capace di lasciare un’impronta indelebile nei cuori dei viaggiatori.

Lungo l’antica Via della Seta, si raggiunge con i moderni treni Afrosiab da Tashkent, oppure, con un breve tragitto in auto o taxi da Urgench, collegata alla capitale da voli giornalieri.

Questa piccola gemma incastonata nel deserto di Kyzylkum ha origini antichissime: a fondarla sarebbe stato Sem, il figlio di Noè, che in quest’area scavò un pozzo che venne chiamato Kheivak, da cui si dice derivò il nome Khiva.

Le sue mura del colore della sabbia, che al tramonto si accendono di bagliori color arancione, custodiscono intatto il centro storico dell’ultimo khanato indipendente dell’Asia centrale e la straordinaria Ichon-Qala, la città vecchia, il primo sito uzbeko ad essere stato designato patrimonio dell’Umanità.

Varcare le mura di fango permette di intraprendere un viaggio nel tempo fra minareti, cupole ed edifici che testimoniano la sua ricca tradizione architettonica.

Da non perdere la Medressa di Mohammed Rakhim Khan, del XIX secolo, considerata una fra le più grandi scuole coraniche, la Moschea Juma con 218 colonne in legno che sostengono il tetto, la Fortezza Kuhna Ark, residenza dei sovrani di Khiva, il mausoleo Pahlavon Mahmud, considerato fra i luoghi più belli della città con un incantevole cortile e splendide decorazioni a piastrelle, il Palazzo Tosh-hovli, il cui nome significa “casa di pietra”, all’interno del quale si possono ammirare le decorazioni più sontuose di Khiva.

Per una migliore scoperta della città è d’obbligo soggiornare in un hotel all’interno delle mura e perdersi tra le sue viuzze per ammirare i dettagli architettonici dei suoi sontuosi monumenti.

E la sera, quando le luci si spengono e la città è avvolta dal silenzio del deserto, gustare un plov sulla terrazza di uno dei ristoranti nel cuore della città. E’ questo il momento della giornata nel quale Khiva svela il suo volto più intimo e la vista dall’alto sui monumenti illuminati diventerà un ricordo incancellabile.

© Nadia Ballini