Dahabiya per caso

La mia passione per i viaggi è nata proprio con l’Egitto e la sua affascinante civiltà appresa tra le pagine dei libri di storia e di archeologia.

Il sogno di visitarlo si è concretizzato con un itinerario un po’ insolito: dal lago Nasser, nell’estremo sud ai confini con il Sudan, all’affascinante Alessandria, sulle sponde del Mediterraneo, passando per Il Cairo e la spettacolare Giza.

Era prevista una crociera a bordo di una nave classica, ma una telefonata del titolare dell’efficientissima agenzia che ha organizzato questo itinerario “su misura”, studiato nei minimi dettagli, sembra scombinare i piani: “La nave ha un problema e non potrà partire. Stiamo già lavorando ad una soluzione alternativa”.

Ecco presentarsi uno degli imprevisti di viaggio nei quali fa realmente la differenza essersi affidati ad esperti seri, competenti e che svolgono il proprio lavoro con attenzione e passione.

E infatti, dopo qualche ora, arriva una seconda telefonata che trasforma il problema annunciato in una inaspettata opportunità.

Il primo pernottamento, anziché sulla nave, sarà in un hotel della stessa proprietà, uno dei più belli di Aswan, con una spettacolare vista sul Nilo e sulle feluche che lo solcano.

L’indomani raggiungeremo un’altra nave, già salpata da Aswan. Non una nave come quella prenotata, ma una dahabiya, parola che mi fa sorridere immediatamente mentre ascolto questa informazione perché so che è un’imbarcazione piccola, con pochi passeggeri e curata in ogni dettaglio. Ma non sono solo lo stile e il servizio a rendere uniche queste navi tradizionali: il vero punto di forza è che fanno più tappe e approdano nei siti in orari diversi dalle grandi navi dando così la possibilità di poter godere delle meraviglie dell’Egitto senza troppa folla.

Il mattino seguente partiamo molto presto e attraversiamo una parte del deserto alle prime luci dell’alba per raggiungere quella che sarà la nostra dimora galleggiante nei giorni successivi.

La nave è piccola, costruita in legno con metodi artigianali, arredata con sobria eleganza e gestita con estrema attenzione. Le cabine sono sei e altrettanti i membri dell’equipaggio. A bordo siamo quattro passeggeri più due guide dedicate.

Solo quattro viaggiatori su uno specchio acqueo di più di 5.000 chilometri quadrati.

Le giornate sembrano volare via in un istante tra relax, fotografie, paesaggi desertici e siti archeologici interessantissimi e solitari.

Perché fare una crociera sul lago Nasser? I siti di Kalabsha, Wadi El Seboua, Dakka, Meharraqa, Amada, Pennout, El Derr e Kasr Ibrim sono piccoli gioelli poco esplorati, salvati dalle acque, grazie al contributo dell’Unesco, in seguito al progetto di costruzione della diga di Aswan.

Ma la vista più straordinaria che offre la navigazione sul lago – e che anche da sola varrebbe il viaggio – è quella del sito di Abu Simbel, solitamente visitato con una escursione da Aswan. Il tempio si scopre dal lago, rivelando lentamente, come nella scena di un film, le quattro statue di Ramses II in tutta la loro bellezza e imponenza. La visita delle sale interne, in un silenzio che favorisce la percezione dei dettagli, è un sogno: una perfetta armonia di simboli, forme, colori, immagini e sculture che solo la genialità di questa civiltà millenaria ha saputo creare e tramandare sino ai nostri giorni.

© Nadia Ballini